LA SANTA MESSA

di padre Jozo Zovko tratto da "Ecco tua Madre"

 

Incontrare Gesù

Ricordiamo come Cristo è entrato nella vita dei Suoi discepoli mentre essi si stavano dirigendo verso Emmaus (Lc 24,13-35).


Camminavano pieni di tristezza, carichi di sofferenza mentre ritornavano a casa. Gesù li ha raggiunti e si è fatto loro compagno di viaggio.
Essi Gli hanno parlato con parole piene di sconforto. Lui ha incominciato ad insegnare loro e, iniziando da Mosè e dai Profeti, ha spiegato loro cosa dicevano le Scritture su di Lui. I due Lo ascoltavano con il cuore aperto e sentivano qualcosa che non potevano spiegare: una Presenza, un ardore, una emozione...

 

Il loro cuore ardeva mentre camminavano in compagnia di Gesù.

E hanno ricevuto la grazia per credere!

Quando sono arrivati a casa, hanno invitato Gesù ad entrare, a cenare, a dormire: "Resta con noi perché si fa sera"... Gesù ha accettato. Si è seduto a tavola, ha benedetto il pane, lo ha spezzato e lo ha spartito. In quell'istante, si sono aperti i loro occhi e Lo hanno riconosciuto: "E' Lui! E' Lui!". Il loro cuore è diventato pieno di luce, di gioia... I loro occhi si sono aperti! Sì, Lo avevano riconosciuto! Non a caso, il loro cuore ardeva mentre gli spiegava i passi della Scrittura, lungo il cammino.

Nella Chiesa vi sono due riferimenti sicuri per incontrare il Signore: la Parola e l'Eucaristia. Sono due fonti inesauribili.

La Madonna ha parlato spesso dell'Eucaristia, facendo riferimento alla nostra generazione. Non posso dimenticare le lacrime della Madonna quando ci ha parlato per la prima volta dell'Eucaristia:

"Cari figli, come è possibile che non sapete vivere l'Eucaristia?... Se non vivete l'Eucaristia, non posso aiutarvi".

Carissimi fratelli, che la vostra vita sia l'Eucaristia e che l'Eucaristia sia la vostra vita!
Tutte le Chiese che si definiscono cristiane e che hanno negato la Madonna, hanno negato anche la Presenza reale di Gesù nell'Eucaristia. Si, dove la Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, è stata rifiutata, sono stati rifiutati anche l'Eucaristia ed il sacerdozio!

Messaggio del 15 marzo 1984

Anche questa sera, cari figli, vi sono particolarmente riconoscente per essere venuti qui. Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell'altare. Io sono sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie particolari.

Un ragazzo di Washington ebbe un gravissimo incidente con la macchina e divenne infermo. Suo padre, vescovo anglicano della Chiesa Battista e guida spirituale del Presidente Clinton, è un uomo molto devoto. Decise di venire a Medjugoije con sua moglie e pregare per la guarigione del figlio. E fece un voto alla Madonna: "Tutti mi hanno detto che appari in questo luogo. Io sono venuto qui per chiederTi aiuto, per affidarTi la guarigione di mio figlio".

Ricevettero la grazia desiderata ed il figlio fu guarito completamente. Quando andai in America, egli mi mostrò la sua grande cappella dove possono stare cinquemila persone.

E mi disse:
"Io so cosa stai cercando nella mia chiesa... disgraziatamente, non ce l'abbiamo! ... Noi non abbiamo l'Eucaristia, però dal giorno del mio pellegrinaggio a Medjugorje sento che molto presto tornerò alla Chiesa dove c'è l'Eucaristia".

L'anno scorso, otto sacerdoti anglicani che hanno pellegrinato a Medjugorje, sono passati al cattolicesimo. Avevano un unico desiderio, dopo aver incontrato la Madre del Signore: avevano bisogno di incontrare l'Eucaristia.

L'Eucaristia è il cuore, il fondamento della nostra Chiesa cattolica, la sorgente da dove nasce la vita per i membri del Corpo mistico di Cristo.

Messaggio del 25 settembre 1995

Cari figli! Oggi v'invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell'altare. Adoratelo, figlioli, nelle vostre parrocchie e così sarete uniti con tutto il mondo. Gesù vi diventerà amico e non parlerete di lui come di qualcuno che appena conoscete. L'unità con Lui sarà per voi gioia e diventerete testimoni dell'amore di Gesù, che ha per ogni creatura. Figlioli quando adorate Gesù siete vicini anche a me. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Tutti possono lodare il Signore, tutti possono elevare inni, ma non tutti hanno ricevuto l'educazione nella fede come noi per conoscere che Cristo si è sacrificato come "l'Emmanuele". Non tutti hanno ricevuto la tradizione per celebrare il Mistero della Fede. Non tutti hanno ricevuto la fede. nel Santissimo Sacramento.
Il peccato ha separato l'uomo da Dio, l'uomo dall'uomo e, conseguentemente l'uomo si è diviso e disperso.

L'Eucaristia è il sacramento dell'unità attraverso cui si riceve la grazia di rimanere uniti.

I Padri della Chiesa lo hanno insegnato fin dall'inizio. In quel bell'inno contenuto nella Didachè si cantava: "Come i granelli di frumento, sparsi per la collina, sono riusciti a formare un unico pane, così i fedeli della Chiesa, sparsi in tutto il mondo, formeranno un solo corpo".

Nell'Eucaristia, siamo uniti nel Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa.
La stessa cosa detta per il pane può essere detta per il vino dell'offerta. Non è stato ottenuto con un solo chicco di uva, ma sono tanti e tanti i chicchi di uva pigiati insieme.
Così, ricevendo l'Eucaristia non solo ci uniamo a Cristo -dimensione verticale-, ma restiamo uniti anche agli altri fedeli -dimensione orizzontale-, formando un solo vino, un solo pane, una sola Chiesa, un solo ed unico Corpo.

Mistero della fede.

Gesù, nell'Eucaristia, è vivo e risuscitato.
Durante l'elevazione possiamo anche noi esclamare con fede, come S.Tommaso: "Sì, Tu sei il mio Signore e il mio Dio" (efr.Gv 20,28). Ti ringrazio! Ti amo!

Come lo Spirito Santo, scendendo sulla Beata Vergine, ha compiuto il miracolo dell'Incarnazione del Verbo, così discendendo sopra il nostro pane e il nostro vino, compie il miracolo della transustanziazione. E si fa presente realmente il Corpo del Signore! Noi crediamo, come la Santa Vergine, che "Tutto è possibile a Dio" (Lc 2,37).

Crediamo che il Signore è onnipotente, che Lui lo ha detto e lo ha fatto!

Messaggio del 30 marzo 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)

Bambini miei! Desidero che la santa messa sia per voi il regalo della giornata. Aspettatela, desiderate che essa cominci perché Gesù stesso si dà a voi durante la messa. Anelate dunque a quel momento in cui voi siete purificati. Pregate molto perché lo Spirito Santo rinnovi la vostra parrocchia. Se la gente assiste alla messa tiepidamente, ritorna a casa fredda e con il cuore vuoto.

Questo è un Mistero che non si può sottoporre all'analisi sperimentale, non può essere oggetto di studio scientifico.
Non si può sottoporre la fede alla sperimentazione. No! Crediamo nel Mistero e resterà sempre "Mistero della Fede". Mistero in cui io credo, che io accetto, che io amo e che mi fa sentire vivo.
Il sacerdote, durante l'offertorio, versa il vino nel calice e poi aggiunge una goccia d'acqua che si mescola con il vino. Quella goccina d'acqua è un importante simbolo per comprendere il Mistero. Nella Persona del Cristo sono unite la natura divina e quella umana. Anche la goccia d'acqua che non vale niente, non ha prezzo, si mescola col vino e subito non si può più distinguere né separare. Dopo, durante la transustanziazione, diventa Sangue Prezioso di Cristo. Quella goccia si è trasformata, attraverso la potenza dello Spirito Santo e della preghiera della Chiesa, in Sangue divino. Questo è il Mistero!

Spesso tu pensi che la tua vita, il tuo lavoro, la tua sofferenza non abbiano valore. Invece, tu puoi unirti a Dio nell'Eucaristia. Cristo è grande, meraviglioso e ti rende partecipe della Sua natura divina. Allora, tu sei in Lui e la tua grandezza non viene da te ma da Cristo. Questa è una grazia di Dio. I Padri della Chiesa affermano che Eva è nata da una costola di Adamo. Così accade per noi. Tutta la Chiesa nasce dal Costato aperto di Cristo e noi prendiamo da Lui la grazia divina. E' qui, dunque, che puoi nasconderti, costruire la tua vita, offrire la tua vita perché venga trasformata in vita divina, perché sia utile, salvata e salvezza per gli altri.
Questo avviene per mezzo dell'Eucaristia.

Messaggio del 25 aprile 1988

Cari figli, Dio desidera farvi santi, perciò attraverso me vi invita all'abbandono totale. La santa Messa sia per voi vita! Cercate di comprendere che la Chiesa è la casa di Dio, il luogo dove io vi riunisco e desidero mostrarvi la strada che conduce a Dio. Venite e pregate! Non osservate gli altri e non criticateli. La vostra vita sia invece una testimonianza sulla strada della santità. Le Chiese sono degne di rispetto e consacrate, perché Dio - che si è fatto uomo - sta dentro di esse giorno e notte. Perciò figlioli, credete, e pregate che il Padre vi accresca la fede, e poi chiedete ciò che vi è necessario. Sono con voi e gioisco per la vostra conversione. Vi proteggo con il mio manto materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Il sacerdote, quando sta per iniziare il Santo Sacrificio, bacia l'Altare. Perché?...

Vi ricordate cosa ha scritto il Profeta Isaia? "Dice il Signore: Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani. Non posso dimenticarti. Come la madre non può dimenticare suo figlio, nemmeno Io ti dimenticherò mai. Ti amo. Ho scritto il tuo nome sul palmo della mia mano" (cfr.Is 49,16).

Io vedo, nell'Altare della nostra Chiesa, il palmo della mano di Jahvè. Non desidereremmo tutti baciare quel palmo dove Dio ha scritto il nostro nome con il Sangue di Suo Figlio? L'Altare è il Cuore aperto di Cristo! E dove c'è il Cuore, ci sono l'Amore e la Vita!
In ogni Santa Messa si ha sempre la transustanziazione. Quello  che accade al pane e al vino continua sempre in noi e nella  Chiesa.
Come ha scritto San Paolo: "Non sono più io che vivo, ma  Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo  nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20).

Questo è il frutto dell'Eucaristia: non vivo più come peccatore, come orgoglioso, come chi non sa, non comprende, non ama... No! Non vivo più io, Lui vive in me, Lui in me è generoso, umile e misericordioso. Questa è la regola da seguire e praticare.
Da dove, i nostri Santi hanno ricevuto la forza per superare le prove, la grazia per amare Gesù e il prossimo, per vivere nella santità? Dall'Eucaristia!

Gesù è realmente presente e dice al Suo popolo: Chi non mangia Me non può vivere, "Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue dimora in Me ed Io in lui" (Gv 6,56). Questa alleanza è la Vita!

S.Francesco e S.Chiara d'Assisi piangevano davanti al Tabernacolo. Piangevano davanti alla Croce. San Francesco singhiozzava per le strade... Un giorno, i suoi confratelli gli hanno chiesto: "Perché piangi?". Lui ha risposto: "L'Amore non è amato!"., non so amare il Signore, sono triste perché non so amare Gesù!
Se Francesco, l'innamorato del Figlio di Dio, diceva: "Non so amare", cosa possiamo dire noi?

Devo impegnarmi per imparare ad amare. Lei, la Madre di    Gesù, è Colei che desidera insegnarmi ad amare Suo Figlio  nell'Eucaristia, ad amare Suo Figlio nella Bibbia, ad amare  Suo Figlio sulla croce, nel prossimo, nella Chiesa.


Amore ai sacerdoti.

La Madonna piange quando parla dell'Eucaristia e anche quando parla dei sacerdoti, perché noi non riusciamo ad amare, non sappiamo amare.
Una coppia di sposi, professori che insegnano "Comunicazione" all'Università di Montreal in Canada, dopo un periodo di ricerche, sono venuti anche a Medjugorje. Qui, hanno sentito come se la loro fede nell'Eucaristia si ravvivasse e hanno preso coscienza dell'importanza del sacerdozio per il rinnovamento della Chiesa.
E' purtroppo evidente che negli ultimi anni sono diminuite le vocazioni in Europa e l'età media dei sacerdoti è aumentata. I due professori hanno deciso di iniziare una nuova forma di apostolato che hanno chiamato "la margherita". Lo scopo è quello di aumentare l'impegno assiduo nella preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose. Lei che ama e spera tanto in questa missione, disegna una margherita; nel cuore del fiore scrive il nome del sacerdote e nei petali riporta i giorni della settimana e i gruppi o le persone che si impegnano a pregare ogni giorno per quel sacerdote o per una vocazione.
Dopo cinque anni, il loro Arcivescovo ha comunicato che erano venuti molti giovani decisi a diventare sacerdoti. Era la dimostrazione chiara che la coppia di professori aveva dato vita ad un nuovo apostolato che stava già dando i frutti.
E soprattutto il frutto di aumentare nei gruppi e nelle famiglie l'interesse, l'approccio, la stima verso il sacerdozio, quella mentalità che favorisce lo sviluppo di nuove vocazioni.
Non possiamo separare il sacerdote dalla nostra famiglia. I figli non devono assimilare sentimenti negativi verso il sacerdote; lui deve rappresentare una figura importante nella nostra famiglia e, di conseguenza, deve avere uno spazio nel nostro cuore e nella nostra preghiera.
Le mani del sacerdote sono state unte con l'olio sacerdotale. Le sue mani, distese sull'offerta sopra l'Altare, sono il simbolo dello Spirito Santo che consacra la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo.Nelle nostre mani, che elevano l'Ostia bianca, avviene il più grande miracolo, una creazione nuova, un grande miracolo, stupefacente, divino. Come nel seno della Vergine lo Spirito ha reso possibile il concepimento, così ora nelle mani del sacerdote avviene il miracolo.
Non può esistere la Chiesa di Cristo senza l'Eucaristia e non c'è Eucaristia senza sacerdozio. Quando gli Apostoli sono andati ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, non si sono separati dalla "frazione del pane". Il sacerdote non si può separare da Cristo, non si può separare dall'Altare.
Sempre con molta sofferenza ricordo il grande dolore che ho provato nel periodo della mia prigionia. Eravamo tre sacerdoti in mezzo a molti delinquenti e prigionieri politici.
In carcere, per noi era proibito celebrare la S.Messa, tenere la Bibbia, il Rosario e qualsiasi oggetto religioso. Allontanandoci dall'Altare era come se ci avessero cacciati via dalla Chiesa. Poi, abbiamo compreso che questo sentimento non era autentico ed insieme abbiamo vissuto una esperienza nuova. Ci siamo accorti di vivere il Sacrificio di Cristo nel cuore della Chiesa e che era impossibile separare il cuore del sacerdote dalla Chiesa. In quella situazione di privazione, il nostro cuore ha vissuto il sacrificio di tutta la Chiesa.
Quello che voglio dirvi è questo: non permettete ad alcuno di separarvi dall'Altare, dalla S.Messa
La Chiesa vive dell'Eucaristia. L'autentico rinnovamento della Chiesa comincia quando si dà il giusto valore all'Eucaristia che deve essere considerata come il centro della vita cristiana. Se tu desideri veramente partecipare a questo movimento di rinnovamento devi saper vivere l'Eucaristia. Verso di Essa devi indirizzare i tuoi fratelli e quelli che vi si sono allontana ti affinché si avvicinino nuovamente.
E' importante che, ritornando alle vostre parrocchie, voi siate come lievito, per fermentare e portare tutta la massa all'Eucaristia.
Il tuo unico e più grande nemico è colui che ti può separare dall'Altare, colui che può allontanarti dalla tua Messa domenicale!

Colui che partecipa alla Eucaristia scopre il prossimo.

Non può rifiutarlo, non può odiarlo perché un unico Spirito ispira ed infonde in tutti il dono dell'amore. Se vogliamo guarire le famiglie, in questo anno dedicato alla famiglia, dobbiamo iniziare infondendo nei cuori l'amore per l'Eucaristia.
Non dimenticare, tu hai una grande opportunità per valorizzare la tua vita: prendere le tue sofferenze, il tuo lavoro, la tua croce, tuffa la tua vita ed unirti a Cristo, alla Sua offerta al Padre, al Suo amore. Allora, la tua vita acquista un nuovo prezzo perché riceve tuffo il suo valore dall'Eucaristia: "Non sono più io che vivo...
Il mondo ha fame di amore! Gesù disse ai discepoli:

"Dategli voi da mangiare", e apparve pane nel deserto. Mai si esaurisce l'amore.

Il nostro dovere è distribuirlo, condividerlo.


Imparare a offrirsi a Cristo

di A. GASPARINO, tratto da Maestro insegnaci a pregare. EDC. Pag. 247ss.)

Nella Messa c’è lo spettatore e c’è l’attore. Lo spettatore è colui che paga un biglietto, ma non soffre un dramma. La Chiesa alla Messa non vuole spettatori, vuole attori. Il Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Sacra Liturgia dice:

"La Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede… Offrendo l’ostia immacolata, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, i fedeli imparino a offrire se stessi e, di giorno in giorno, per mezzo di Cristo mediatore, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti" (n. 48).

La Chiesa non ci vuole a Messa come "muti spettatori" per il semplice motivo che l’Eucaristia non è uno spettacolo da vedere, è invece un dramma da vivere. Nella Messa noi siamo i personaggi in azione, protagonisti con Cristo, tutti, dal prete all’ultimo fedele.

Messaggio del 18 novembre 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)

Se è possibile, partecipate ogni giorno alla messa. Ma non come semplici spettatori, bensì come persone che nel momento del sacrificio di Gesù sull’altare sono pronte ad unirsi a lui per diventare con lui un medesimo sacrificio per la salvezza del mondo. Prima della messa preparatevi con la preghiera e dopo la messa ringraziate Gesù rimanendo un po’ di tempo con lui nel silenzio.

Il fedele ha la sua parte, ma non la parte primaria: è Cristo che fa la parte primaria; il prete gli impresta i movimenti, la parola, si china sul pane come ha fatto lui nella cena, gli impresta i gesti, la voce per ripetere tutto quello che lui ha fatto, tutte le parole che ha detto.
La Chiesa – dice il Concilio – si preoccupa che il fedele avverta tutto questo, che sia corresponsabile col prete di quello che avviene sull’altare.

Perché si preoccupa? Ma perché se la Messa è solo spettacolo, se il fedele è solo spettatore e non attore, è quasi inutile che ci sia la Messa.

Cristo non ci ha dato la Messa come spettacolo, ce l’ha data per muovere la nostra vita verso di lui.

Dunque non confinate il sacerdote dietro l’altare come un personaggio che agisce per conto suo. No, il prete non offre per conto suo e neppure per sola delegazione vostra, il prete è all’altare per offrire con voi e voi siete di là dell’altare non per delegare lui, ma per offrirvi con lui; voi siete parte viva del sacrificio Eucaristico!
La Chiesa vuole che a Messa il cristiano impari a offrire se stesso.
Ma… non basta Cristo che si offre per noi? Non basta il prete che ci rappresenta in certo modo davanti a Cristo e al Padre? No, dice il Concilio: tu cristiano devi anche offrire.

Che valore bisognerà dare a queste parole: il cristiano "impari a offrire se stesso?".

Anzitutto il cristiano ha da capire che non basta la presenza fisica per l’Eucaristia. Alla Chiesa non interessa, è troppo poco!

Messaggio del 25 gennaio 1998

Cari figli, oggi vi invito tutti di nuovo alla preghiera. Solo con la preghiera, cari figli, il vostro cuore cambierà e diventerà migliore e più sensibile alla parola di Dio. Figlioli, non permettete che Satana vi trascini e faccia di voi quello che vuole. Io vi invito a diventare responsabili e decisi e a consacrare a Dio ogni giorno, nella preghiera. La santa Messa non sia per voi un'abitudine, ma vita; vivendo ogni giorno la santa Messa voi sentirete il bisogno della santità e crescerete nella santità. Io vi sono vicina e intercedo presso Dio per ognuno di voi, affinché vi dia la forza per cambiare il vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Ci vuole una presenza motivata e convinta: non posso essere a Messa per sentimentalismo religioso, per tradizione, per curiosità, per comodo, attratto da motivi insufficienti.

Il cristiano deve rendersi conto che è a Messa per offrirsi a Dio.

Offrirsi a Dio! E’ tremendo. Sono dunque a Messa per dare più che per prendere. La Messa non è un self-service dove prendo quello che mi aggrada; no, sono qui per dare.
Offrirsi a Dio mi sottolinea la dimensione "dinamica" della Messa.
Offrirsi a Dio vorrà dunque dire ascoltarlo; devo afferrare il messaggio di Dio su di me, devo almeno mettermi davanti a questo problema: "Signore, che cosa vuoi da me?" e coglierne la risposta. Devo dare tempo a lui di parlare e a me di recepire; se non ho fatto questo, che Messa è la mia? Che cosa ho offerto se neppure ho saputo che cosa lui voleva da me?

Offrirsi a Dio significherà essere come lui mi vuole, o almeno voler essere, o almeno desiderare di essere come lui mi vuole.

Offrirsi a Dio forse è spiegato dal testo conciliare stesso là ove dice: "E di giorno in giorno i cristiani siano perfezionati nell’unità con Dio e con i fratelli".

E’ bello questo "crescere nell’unità", con Dio prima di tutto, perché sono sempre sganciato da lui, e devo imparare a vivergli vicino, devo maturare alla preghiera, allo stare con lui; lui mi è vicino 24 ore su 24, io quanto tempo gli sono vicino in una giornata?
Crescere nell’unità coi fratelli, perché il mio egoismo mi pone sempre in rottura. Lo provo nell’intimo della famiglia, a casa, fuori casa, a scuola, sul lavoro, allo stadio, nel bar, al cinema. Sono sempre in rottura con qualcuno. La Messa mi è data per imparare a vivere con gli altri, ad ascoltare, ad aprirmi, a comprendere, a condividere. La Messa mi è data perché io entri negli interessi degli altri, in quelli dei poveri, perché apra gli occhi sui problemi di tutti. Mi è data per maturare nella bontà.

Messaggio del 3 aprile 1986

Cari figli, Vi invito a vivere la Santa Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza,ma ciò sono anche coloro che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli, e Gesù nella Santa Messa vi da le sue grazie. Perciò vivete coscientemente la Santa Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con amore ed accogliete in voi la Santa Messa. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Perché il Concilio dice che devo imparare a offrirmi?

Perché è estremamente arduo e difficile l’offrirsi a Dio. Si tratta di sbaragliare l’egoismo umano. Non basta la dinamite a far saltare tutta una montagna; ce ne vogliono di cariche di dinamite!
Perciò ci vuole un lavoro paziente e graduale. La Chiesa non fa poesie. E’ questa la ragione per cui tutte le settimane ho bisogno della Messa. Ne avrei bisogno tutti i giorni, perché tutti i giorni sono da capo con il mio egoismo. Il lavoro non finisce mai.
Siamo come muratori che costruiscono una casa: un mattone dopo l’altro, se sono costante, la casa viene su, se butto la cazzuola e i mattoni e mi siedo sulle impalcature con le braccia incrociate, il lavoro si ferma. Costruiamo a mattoni, con infinita pazienza, non costruiamo a pezzi prefabbricati, con la velocità lampo.
Siamo come scalatori che han dato l’assalto alla grande parete: un movimento dopo l’altro, un palmo di parete dopo l’altro e lo scalatore sale, sale finché sembra solo più un ragno attaccato al filo della sua corda. E’ rischioso, soprattutto è un lavoro di grande resistenza e tenacia. Siamo scalatori che conquistano palmo per palmo la montagna dell’egoismo umano, non siamo sorvolatori con l’elicottero.

Forgiamo l’uomo nuovo, per questo abbiamo tanto bisogno della Messa; ogni Messa un mattone e il muro va su; ogni Messa un passo avanti e la scalata avanza. Sbaragliare l’egoismo umano è un’impresa più ardua che conquistare l’Everest.

Quando arriveremo alla punta? Credo che non dobbiamo neppure chiedercelo, perché la mèta precisa a cui puntiamo di arrivare è così ardua e alta che ci potrebbe scoraggiare. Il Concilio fissa la mèta in cinque parole che sono "croccanti": che Dio sia tutto in tutti.
Siamo veramente davanti all’Himalaya!
Ma Cristo sale con noi!
E’ lui il capo della cordata, è lui che ci tiene, lui che ci rafforza, lui che guida.
E’ per questo che ogni Messa deve terminare con la mia fusione in lui, con la comunione.
Scendere al concreto.
Se noi afferrassimo fino in fondo questo principio di vita che la Chiesa ci suggerisce per entrare davvero nella Messa, tutto cambierebbe in noi. Noi cominceremmo veramente a capire la potenza dirompente che può sprigionarsi dall’Eucaristia.
Non vi siete mai chiesti: ma a quante Messe ho già partecipato nella mia vita? Mille? Diecimila? Ma che cosa hanno operato in me? Se ci pensate bene, c’è da prendere la febbre.
Ma capite? Chi una volta sola nella vita s’imbatté in Cristo e gli parlò, lo sentì, mangiò con lui… credete che abbia potuto ancora vivere come prima? Quando penso a quella donna impaurita che gli toccò le frange del mantello con una fede da ottenere il miracolo, io che a Cristo pesto i piedi tutte le volte che vengo a Messa senza che in me si verifichi nemmeno l’ombra di un miracolo, mi dico, lo incontro Cristo o non lo incontro? Non c’è da sospettare che questo stile di comportamento, mio e anche di Cristo, abbia alla radice qualche disfunzione?

Una cosa è certa: finché l’Eucaristia per me è solo bere un bicchiere d’acqua, è naturale che i miracoli non avverranno mai, perché l’incontro tra me e Cristo è di là da venire!

Ecco, allora, diventa estremamente importante che io ponga una viva attenzione ai consigli che mi dà la Chiesa perché la Messa sia per me un fatto vitale.
Il consiglio di "imparare a offrirmi" a Cristo è di una importanza eccezionale. Più scendiamo al pratico più ne afferriamo la portata.

A Messa devo offrirmi! Dice bene la Chiesa: devo imparare a offrirmi perché non è una cosa semplice. Non arriverò mai a farlo bene, a farlo fino in fondo, a farlo con assoluta autenticità. E dovrò riprendere sempre in esame quello che ho fatto, perché ho la maledetta mania congenita di dare a Dio con una mano e di riprendere subito al più presto con l’altra. E’ un’arte difficile offrirsi a Dio, ma devo battere la pista se voglio arrivare in porto, e farmi coerente con la fede.
Prima offrirò il mio fisico.
Credete sia poco? E credete sia possibile? Si, Cristo, ti do il mio fisico, voglio cioè gridarti con tutte le forze che il mio fisico vuole essere un tuo strumento d’azione.
Voglio agire, muovere, operare per te.

L’operaio dirà: "Voglio darti il mio fisico perché tu entri nella mia fabbrica: quanto c’è bisogno di te nel mio reparto! Quasi tutti ti ignorano, chi ti nomina lo fa solo per bestemmiarti! Nessuno sa che tu ami uno per uno i miei compagni, quello bianco e quello rosso, quello buono e quello egoista, nessuno ti conosce. Cristo, io cedo a te la mia persona perché tu, attraverso di me, possa entrare nel mio mondo dove la Chiesa non esiste".

Lo studente dirà: "Cristo, io ti porterò con la mia vita nel mondo della scuola, pieno di gente che ha bisogno di te, dai ragazzi ai docenti. C’è tanto orgoglio nel mio mondo, c’è tanto bisogno di Vangelo".

Offrire il nostro fisico a Cristo è grandioso! Cristo, ti do i miei occhi, sì, i miei occhi. Voglio cioè oggi vedere le cose attraverso di te, vedere gli avvenimenti nella tua luce, considerarli dalla tua angolazione, non dalla mia. Ti offro i miei occhi, perché li voglio aprire bene su di me, sulla mia realtà, sulla mia miseria, sul mio egoismo. Voglio aprirli sugli altri, vedere i bisogni dei fratelli, vedere cosa vogliono mia madre, mio padre, mia sorella . voglio aprire gli occhi, non chiuderli, sui poveri, su quello che mi tocca fare per loro, sui poveri vicini e non vicini.
Voglio aprire gli occhi, non chiuderli, sui poveri di casa mia. Sì, nelle quattro pareti di casa mia ci può essere un povero a cui io non presto attenzione da molto tempo, sarà una persona anziana, o sarà un fratello pesante o scocciatore che mi dà sempre sui nervi quando apre bocca; non posso sopportare le sue pretese, i suoi egoismi, non gli ho mai rivolto una parola di pace da tanto tempo; è il mio povero, il povero di casa mia, anche se a casa mia non manca proprio nulla; il povero "si turno" ce l’hanno tutti in casa.
Signore, ti offro il mio corpo, i miei sensi, tutti. Me li hai dati per comunicare con te e per comunicare coi fratelli; io finora li ho sempre strumentalizzati a me. Voglio piantarla lì, o Signore, li consacro a te, li purifico, consacrandoli a te!

Signore, ti offro la mia lingua! Quanto ha bisogno di essere tua, di essere cristiana e battezzata la mia lingua, perché si inquina di peccato con tanta facilità.
Mi serve al male. Dice il falso, calpesta i fratelli, è uno strumento di ingiustizia che distrugge invece di costruire. Quanto male ho fatto con la mia lingua, ho rovinato anche le persone, ho tradito gli amici. L’ho sporcata d’impurità, l’ho strumentalizzata al male.
Ora te la dono, o Signore, voglio che sia strumento di bene, non di rovina.
Voglio che sia tua. Voglio imparare a seminare pace e mai discordia, a far coraggio, a dare forza, a portare gioia; voglio portare la mia parola buona dove posso, continuamente. E voglio adoperarla per la preghiera, per parlare con te!
Signore, io ti offro la mia lingua perché oggi non esca dalle mie labbra nulla che dispiaccia a te.
La lingua! Un prete operaio mi ha raccontato l’altro giorno: "All’officina hanno assunto un apprendista, un bel ragazzino di sedici anni, vispo, intelligente, mi sembrava anche buono. Sono passati otto giorni. Ora mi fa molta pena quel ragazzo; sono passati otto giorni, non ha ancora imparato a distinguere le chiavi dai ferri dell’officina, ma ha già imparato tutto il linguaggio osceno del nostro ambiente, sa già a memoria tutte le bestemmie che circolano tra di noi e va a gara a far lo scimmiotto dietro gli operai più sboccati".

Il povero apprendista ha le sue colpe di sicuro, perché a sedici anni si può già avere una personalità senza dover scimmiottare tutte le scemenze altrui, ma la colpa grossa è dei meccanici, gente che non ha mai capito che non è lecito vedere la lingua all’istinto della volgarità.

Com’è bello se imparate, a Messa, a consacrare la lingua a Dio per il bene, vietandovi con fermezza ogni strumentalizzazione per il male.

Dopo il fisico c’è da offrire a Dio l’intelligenza, il mondo del vostro pensiero! Che dono spettacolare da fare a Dio! Signore, che il mio pensiero sia tuo, un giardino privilegiato per te, dove tu puoi lavorare, seminare e raccogliere. Sia un terreno libero da sterpi e da pietre d’inciampo. Sia un terreno fecondo, non una palude. Signore, dammi buona volontà a coltivare bene la mia intelligenza.
Ti chiedo che non s’inquini per l’orgoglio, che non si chiuda, che si apra all’ascolto, che sappia accettare la verità da qualunque parte essa provenga, che io sappia imparare da chi mi contrasta, da chi si oppone alle mie vedute.
Per me, operaio cristiano, chiedo di saper imparare dal fratello marxista tutto quello che lo Spirito Santo vuole che impari stando ben ancorato alla Chiesa, perché senza la Chiesa son un povero verme!
Preserva la mia intelligenza dall’orgoglio, la offro a te! Manda i tuoi fertilizzanti alla mia intelligenza: la testimonianza di tanta gente che mi vive vicina e ha tante cose da dirmi, se io so cogliere il loro messaggio.
Da’ a questo giardino che ti appartiene, da’ al mio pensiero il fertilizzante della tua Parola, il fertilizzante della riflessione. Fa’ che io pensi, Signore! Che pensi con la mia testa, non con quella degli altri! Che pensi e lotti contro i pregiudizi! Che pensi anche contro tutto e contro tutti, perché penso con te, o Signore.
Poi offrite la volontà. E’ il dono più duro, quindi il più bello. Signore, voglio volere solo quello che vuoi tu!
Difendimi da ogni borghesismo, da ogni strumentalizzazione, fammi un uomo libero, libero anche da me stesso.
Signore, voglio interrogarmi oggi su tutto ciò che vuoi da me, venirti dietro passo passo, interrogarti, ascoltarti, sentirti in me, negli altri, nei poveri, nella Chiesa. Sentirti e rispondere!

Maria, tu che sei la donna che ha saputo dire il suo sì a Dio, il sì più importante della storia dell’uomo, dammi la capacità oggi, con la tua intercessione, di fare la volontà di Dio in tutto!

Offrite l’amore! Sì, l’amore, il fiore più bello che Dio vi ha messo in cuore!
Voi fidanzati, voi giovani sposi, offrite il vostro amore a Dio nella Messa perché non sia mai inquinato da nessuna bassezza.
Offrite la vostra amicizia. Offrite la capacità di amare che Dio vi ha messo in cuore dandovi lo Spirito santo.
Offrite la vostra vita a Dio.
Questa preghiera la dovreste dire tutti alla Messa: Signore, la mia vita non mi appartiene più, è tua. Lo deve dire il prete, lo deve dire lo sposo, lo devono dire tutti. Non posso vivere come piace a me, devo vivere come piace a te. Signore, accetto le lotte, le contraddizioni, le frustrazioni che vorrai mandare alla mia volontà per purificarla e renderla nuova e bella.
Ecco, è tutto questo imparare a offrire se stessi!
Ora volete accettare una sfida? Questa: provatevi a ubbidire a questo sapiente consiglio della Chiesa quando andate a Messa, provate però a farlo sul serio, anche una sola volta!

Provate un giorno, più giorni, a offrire sul serio a Cristo nell’Eucaristia, poi sarà impossibile che quel giorno, quella settimana viviate una vita vuota, piatta, banale, senza vita!

Messaggio del 28 marzo 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)

Quando uscite da casa per recarvi a messa, cominciate già lungo il cammino a prepararvi e a raccogliervi spiritualmente. E dopo la messa, non uscite mai dalla chiesa senza aver ringraziato adeguatamente Dio.

 

Messaggio del 15 ottobre 1983

Voi non partecipate alla messa come dovreste. Se sapeste quale grazia e quale dono ricevete nell’Eucaristia, vi preparereste ogni giorno per almeno un’ora. Dovreste anche confessarvi una volta al mese. Sarebbe necessario in parrocchia dedicare alla riconciliazione tre giorni al mese: il primo venerdì ed il sabato e la domenica successivi.

 

Messaggio del 16 maggio 1985

Cari figli, vi invito ad una preghiera più attiva e all'ascolto della Messa. Desidero che ogni vostra Messa sia esperienza di Dio. Voglio dire in particolare ai giovani: 'siate aperti allo Spirito Santo, poiché Dio vi vuole attirare a sé in questi giorni in cu satana è all'opera'. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

 

Messaggio del 12 novembre 1986 (Messaggio straordinario)

Io vi sono più vicina durante la messa che durante l’apparizione. Molti pellegrini vorrebbero essere presenti nella stanzetta delle apparizioni e perciò si accalcano attorno alla canonica. Quando si spingeranno davanti al tabernacolo come ora fanno davanti alla canonica, avranno capito tutto, avranno capito la presenza di Gesù, perché fare la comunione è più che essere veggente.

 

 

 

        

Maria Regina della Pace, prega per noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

^ torna all'inizio della pagina

 

 

Cerca un articolo all'interno di Innamorati di Maria:                 

 

Loading