LA GIOIA E LA PACE


In un mondo in cui non si capisce più cosa è giusto e cosa è sbagliato, in cui sono sparite dal vocabolario corrente le parole "peccato, provvidenza, virtù, grazia", in cui ognuno vuole vivere la propria vita a modo suo, e si permette arbitrariamente di essere "legge" a se stesso, che cosa ci resta a noi cattolici innamorati, se non ammirare e contemplare le meraviglie che il Signore opera là dove noi lo lasciamo agire, lì dove non manomettiamo il suo progetto meraviglioso ricco di segni che echeggiano l'infinito, la Luce, la Verità, la Pace, l'Amore di Dio?
Il miracolo della vita nascente, la famiglia, l'amore di due sposi, la bellezza affascinante di un sacerdozio santo, la scoperta di essere dono, di tutto ciò bisogna parlare, narrare, testimoniare, perchè il mondo non può uscire dalla sua caverna tenebrosa se non c'è nessuno che gridi a tutti che fuori questa caverna c'è un Sole che splende, che illumina e scalda!
La nostra missione è portare la Gioia in un mondo di gaudenti infelici, di vivere tale gioia, di farne esperienza in prima persona, di sperimentare che questa gioia non è una sensazione momentanea e passeggera, ma un vero e proprio stato interiore che diventa uno stile di vita.
Abbiamo bisogno di accorgerci che la Gioia è a portata di mano, è proprio nelle cose quotidiane, in quelle che io vivo spesso distrattamente, come routine, o addirittura in quelle che ho scartato.
I santi sono coloro che hanno vissuto l'ordinario in modo straordinario, hanno letto la storia con gli "occhiali" della Gioia, certamente in mezzo a difficoltà, incomprensioni e persecuzioni, ma anche con la certezza che niente e nessuno poteva mai separarli dall'Amore di Gesù.
Se noi annunciamo la bellezza della vita di coppia, la gioia nella fedeltà, o qualsiasi altra cosa perchè le abbiamo vissute sulla pelle, la grazia passa dalle nostre parole e arriva a destinazione! E' proprio vero, sapere che c'è qualcuno su questa terra che vive diversamente ciò che vivo anch'io, qualcuno che ha trovato la chiave di lettura giusta per leggere gli avvenimenti della propria vita, io ne resto inevitabilmente affascinato, nasce in me una sorta di emulazione, voglio sperimentare anch'io quella pace che vive quella persona, e così la osservo, la imito, le chiedo qual è il suo segreto.
Le difficoltà, le contrarietà possono diventare trampolino di lancio verso la santità, verso l'abbandono fiducioso, verso la crescita spirituale, dipende dalla nostra reazione e dal passo successivo, cioè accoglierli come un progetto di Dio, di rinnovamento, di purificazione, di rinascita.

Cari figli [...] pregate e gioite con me per ogni cuore che si è convertito ed è diventato strumento di pace nel mondo[...] (25-06-2004)

Bellissima espressione di gioia per quello che la Madre vede nei cuori!
"Strumento di pace", quella pace che il mondo non conosce, quella pace che è frutto della riconciliazione con Dio, e di conseguenza, con gli uomini.
Pace che è vittoria di Dio in un cuore diviso, combattuto, illuso di poter raggiungere una pace che, senza Dio, non esiste.
Anche la pace delle nazioni è in pericolo se è costruita su fondamenta umane, addirittura diabolica, quando i mezzi per conquistarla sono contrari alla legge e all'Amore di Dio. Gli stessi simboli della pace, come la bandiera multicolore, o la Y rovesciata circondata dal cerchio (che non è altro che una croce capovolta), sono segni di origine massonica e satanica, e indicano una pace di marchio malefico, una pace in cui l'uomo viene eletto a unico re e signore della vita e del mondo.
Ma come può l'uomo, talmente fragile e incostante, da solo, a realizzare la civiltà della pace, quando il suo cuore è inquieto, impaziente, egoista, non abituato al sacrificio, incapace di soffrire per amore?

Quanto, anche noi, nella vita quotidiana, siamo tentati di far prevalere e di diffondere una falsa pace, non evangelica, spinti dal rispetto umano, dalla paura del futuro, o dalla paura di una scelta esigente che il Signore ci invita a vivere?

Oggi più che mai è urgente chiedere a Dio il dono della Sapienza per discernere il male mascherato e camuffato da bene, che, facendo leva sui nostri bisogni, come un lupo travestito da agnello, appare come un benefattore infierendo il colpo mortale nel momento di mancata vigilanza.

Anche la Chiesa, rischia di secolarizzarsi, cioè di cadere vittima di questa mentalità umana che tende a ridurre il cristianesimo a pura azione umanitaria, nei campi della solidarietà, del filantropismo, della cultura, impegnandosi al dialogo tra popoli e religioni, esortando al rispetto della natura, per inseguire un ideale di pace che rimane un concetto astratto, ben lontano dall'identificare la Pace nella Persona di Gesù, l'Unico nel quale l'uomo trova la sua pienezza e la sua sola speranza.
La Madonna ci dice che per costruire la civiltà dell'Amore e della Pace è necessaria la conversione, riconoscere Cristo come Signore e Salvatore, Unico Principe e Re della Pace.
Solo allora, l'azione umanitaria, la missionarietà, la solidarietà verrà come conseguenza di una vita di grazia.
Mai come in questo periodo storico particolare, in cui il mondo è pieno di falsi maestri e falsi profeti, la Madonna, come nuova Profetessa si fa' Guida e Maestra di una intera generazione indicandoci la Strada, la Via verso la costruzione di un mondo nuovo di Pace sotto l'Unico Segno di Pace, segno della Vittoria di Gesù sul peccato,vero male dell'uomo, il segno della Croce.
Molti cristiani, oggi, purtroppo si accontentano di chiedere al Signore la serenità nell’affrontare una vita appesantita da croci di ogni sorta, e non osano chiedere di più, perché si pensa che la gioia e la felicità sono ideali irraggiungibili su questa terra. Penso che questa è una grande tentazione che mina le fondamenta della Speranza alla quale siamo chiamati.
Ricordo che a Medjugorje, tempo fa, fui assalito da una tentazione particolare: mi sentivo triste ed inutile, pensavo al grande dono e alla gioia immensa che avevano i veggenti di poter vedere la Madonna, di poterLa toccare, abbracciare, di sentirsi guardati e amati dalla Madre di Dio… e io, invece, non vedevo niente, non avevo nel cuore neppure la certezza dell’Amore di Dio per me, mille dubbi sulla fede, un’oscurità e un senso di desolante solitudine mi circondavano come bestie feroci.
Andai alla Messa pomeridiana e, durante la Consacrazione, ebbi la luminosa consapevolezza che Colui che aveva mandato Sua Madre in mezzo a noi, il Re della mia vita, il mio Signore e mio Dio, stava lì, davanti ai miei occhi, nelle mani di quel sacerdote! Potete immaginare la gioia che provai in quel momento, mi sentivo addirittura più fortunato dei veggenti perché essi, certo, vedevano la Madonna, ma io mangiavo il Corpo vivo del Suo Figlio, mangiavo la mia Felicità, l’Autore della mia gioia, e con Lui sentivo il Paradiso scendere su di me, la Vergine Maria, gli angeli e i santi stare attorno a me in adorazione verso Quel Dio che avevo dentro! Che esperienza pazzesca! In un attimo capii l’importanza della Messa rispetto alle apparizioni, alle visioni, ai doni, perché nella Messa mi veniva donato Dio stesso in modo totale, unico, assoluto, nella Divina Eucaristia.
Quale altra religione ha il suo Dio che si fa Pane per noi, cibo di Vita, nutrimento dell’anima? E’ proprio il caso di affermare che, nel cristianesimo, la realtà supera di gran lunga la fantasia e l’immaginazione!!!

Nei Sacramenti abbiamo la certezza e il segno tangibile della presenza del Signore in mezzo a noi. Non ci può essere gioia vera e autentica senza i sacramenti, proprio per il fatto che non ci può essere gioia e pace senza il Signore.
“Anche se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la Carità, non sono nulla” (1 Cor, 13)
La Carità di cui parla san Paolo è l’Amore e la Grazia di Dio che trovano la loro pienezza e identità nei Sacramenti. Anche il volontariato, ad esempio, o le opere umanitarie, se non nascono dall’Amore di Dio, cioè se non partono da un cuore in grazia, nutrito dai sacramenti, perdono il loro significato e la loro efficacia, perché un uomo separato da Dio è come un ramo secco incapace di portare frutti se non è alimentato dalla linfa vitale della grazia presente nei sacramenti.
Maria, prima di visitare Elisabetta, ha accolto la Parola che si faceva carne in Lei!
Significa che la spinta all’amore autentico verso il prossimo, parte sempre dalla comunione d’amore con Dio presente in un’anima.
E’ un’ illusione credere di fare un cammino spirituale senza attingere ai sacramenti. Non ci sono rosari, né digiuni, né devozioni particolari che tengano senza la grazia della Confessione e Comunione.
E’ questa la felicità e la gioia costruita sulla roccia, quella felicità che è scoprire la presenza della misericordia e dell’Amore del Padre nei Sacramenti della Chiesa e, attraverso di Essi, in ogni vicenda della nostra vita.
“Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me..[…] FELICITA’ E GRAZIA mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita”… e abiterò nel Cuore di Dio, nel Suo Mistero che mi avvolge e mi compenetra, per la pienezza del tempo, nell’Eternità…

 

        

Maria Regina della Pace, prega per noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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