L'EDUCAZIONE SESSUALE DEGLI SPOSI


La sessualità umana, come parte integrante della personalità dell‘essere umano, possiede una forza ed una energia vitale che, in un mondo in cui la perdita di ogni significato spirituale ha condotto al relativismo morale e alla liberalità dei costumi, necessita di un orientamento sano operato dalla retta coscienza per esprimersi nel modo più completo e ricco di significato, che sia realizzante per l‘uomo e nella piena comunione con la Volontà di Dio. Posso dire con certezza che chi decide le dinamiche di coppia nel fidanzamento e poi nel matrimonio è la donna, è lei che ha grandi carismi nella gestione del rapporto, è lei la più forte della coppia, se la donna è forte, l'uomo innamorato si fortificherà con lei, ed insieme a lei imparerà a dominarsi.
Penso che il desiderio di emanciparsi dalla società maschilista del passato abbia portato la donna ben oltre le sue aspettative, in realtà la donna doveva riappropriarsi della sua dignità scoprendo le qualità che le sono proprie, la sua femminilità, la propria vocazione alla maternità, la consapevolezza del suo essere diversa dall'uomo, ed invece si è spinta molto al di là di questi principi, forse per rivendicare la propria eguaglianza con l'uomo, è finita per imitarlo in tutto, nell'abbigliamento, nel tipo di lavoro, nella corsa al potere, nel desiderio di fare carriera, e anche e soprattutto imitando quella caratteristica che è tipicamente maschile, cioè quell'istinto di "corteggiare" e di "dominare" l'altro sesso.
C'è un passo della Genesi che mi fa capire come Dio aveva concepito le due diverse realtà maschio e femmina, e penso che se non ci discostiamo da quel concetto, ognuno può riscoprire quei "doni" che gli sono propri, per favorire la crescita, lo sviluppo e la realizzazione di quella immagine divina che Dio ha pensato per noi.
Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perchè da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».
Il fatto che Dio abbia detto ciò dopo il peccato non significa una maledizione, come erroneamente molti pensano, ma un vero e proprio piano di misericordia seguendo il quale, con la grazia di Cristo, l'uomo e la donna riscoprono la loro natura, la loro vocazione, si realizzano, e trovano la loro santificazione.
Ciò, naturalmente non significa che la donna non deve lavorare, non deve realizzarsi come persona nel lavoro e nell'indipendenza economica, ma che deve ritrovare in queste cose la ricchezza di dolcezza, di umiltà, di apertura alla vita che già possiede in sè.
Se ci si allontana dall'idea che Dio ha sull'uomo e sulla donna, ci si trova di fronte a delle confusioni che hanno le loro conseguenze negative sia sulla persona sia sulla coppia conseguenze che da questo tronco di confusione si diramano con diversi livelli di gravità: allusioni a doppio senso, volgarità, crisi d'identità, inversione di ruoli, andando sempre peggio con i rapporti prematrimoniali, incapacità di essere fedeli, adulterio, e poi le degenerazioni più nefaste, stupri, violenze, pedofilia, pornografia, rapporti omosessuali. Parte tutto dal peccato, cioè dalla tendenza a voler fare a meno di Dio, che, se negli atei o nei miscredenti raggiunge livelli blasfemi, tuttavia si verifica in forme meno clamorose ma altrettanto ribelli all'autorità di Dio, quando anche noi cristiani pecchiamo. Ogni volta che pecchiamo mettiamo in contrasto la signoria di Dio nella nostra vita, sfidandone la sua potenza e autorità, è come se gli dicessimo:
"puoi comandare quanto vuoi, ma io faccio quello che voglio e che sento."
La vita ci offre numerose occasioni nelle quali possiamo decidere di scegliere la nostra volontà e il nostro sentimento, o la Volontà di Dio, cioè decidere se lasciar vincere la carne o lo spirito. Dio vuole avere la signoria nella nostra vita non per toglierci qualche cosa, o per sfruttarci o per tiranneggiare, come fanno le signorie terrene. Dio non è un Signore per prendere, ma per dare.
Dio non è un Signore per impoverire, ma per arricchire, non per opprimere ma per liberare. Dio non è Signore per angustiare qualcuno, ma per dilatare la sua gioia nel nostro cuore.
Solo se capiamo questo è possibile obbedire ai suoi comandi, non con la rassegnazione del sottomesso, ma con la gioia di colui che collabora attivamente ad un progetto che lo vede coinvolto in prima persona, come beneficiario di un grande dono che il Signore attende con impazienza di farci, il dono del Suo Amore. Come cristiani siamo invitati a percorrere con Maria, la Madre di Gesù, un cammino di vita in cui la castità, l‘ amorevole obbedienza, la santità di vita, la
fedeltà alla nostra vocazione trovano il loro punto di incontro nell'ascolto serio della Parola di Dio, ascolto che non deve rimanere nella superficie della nostra vita, ma che sia radice profonda di ogni nostro pensiero, di ogni giudizio, di ogni nostro desiderio e di ogni nostro gesto. Pensavo che essere cristiani oggi significa essere martiri. Non è forse un martirio vivere oggi la castità in un mondo che ci bersaglia continuamente con immagini, storie, mentalità contrarie alla castità?
Quando resistiamo alle tentazioni che ci inducono a desiderare o a fare cose impure, non è forse un martirio?
Non solo, ma dobbiamo addirittura avere la forza di diffondere agli altri questa mentalità, anche se andiamo contro corrente, anche se ci trattano come marziani, soprattutto in famiglia, perchè crediamo nel valore della castità.
L'alternativa quale sarebbe?
Vedere le nostre vite dominate dalle passioni...quelle sì che tiranneggiano e schiavizzano! Vedere le famiglie sgretolarsi per il veleno della lussuria che non è stato estirpato nel tempo del fidanzamento. Assistere impotenti alla rovina della nostra casa, per l'inavvertenza di averla costruita sulla sabbia. Non possiamo permetterci di sprecare questo tempo di grazia che la Madonna ci dona, dobbiamo vivere con Sapienza, per essere "testimoni del lieto annunzio in ogni situazione" (messaggio di Medjugorje del 25\12\2004).
I rapporti prematrimoniali sono la tomba dell'amore. E' dura, ma è così. Due ragazzi che non riescono a dominare le proprie passioni nel tempo dell'innamoramento in cui tutto è bellissimo, come le sapranno dominare nel tempo del matrimonio, quando la tentazione di dare tutto per scontato comincia a bussare alle porte dei cuori, e dove la routine matrimoniale rischia di diventare una pozzanghera d'acqua, un luogo in cui non c'è più complicità, nè rinnovamento? Il tempo del fidanzamento è la palestra della fedeltà, la roccia sulla quale si gettano le fondamenta del proprio futuro di coppia.
Il tempo del fidanzamento è meraviglioso, perché l'innamoramento e le emozioni dell'amore riempiono il cuore, ma quando l'innamoramento e il fuoco passerà, perché non è eterno, si trasformerà in responsabilità, perdono e sacrificio vicendevole, si sarà in grado di rimanere fedeli l'uno per l'altra, se non si è stati abituati al sacrificio e alla rinuncia nel fidanzamento? Se si è forti nel fidanzamento lo si sarà anche nel matrimonio, ed esso durerà, nonostante le varie tentazioni che ci saranno, dice Gesù: <<se siete fedeli nel poco lo sarete anche nel molto>> (Mt 25, 21), significa che la fedeltà prematrimoniale sarà la base di quella matrimoniale promessa per tutta la vita.
Per coloro che vivono delle storie con persone che non sono convertite, che non hanno sperimentato l'amore di Dio, certamente è più difficile fare capire le proprie scelte cristiane, ma ciò che le stupirà sarà sicuramente il coraggio di una scelta casta, che, se in un primo momento non capiranno e si opporranno, poi anche loro seguiranno questo esempio, per amore. E' questo impegno serio che rivela il vero amore per la persona, amore di un certo spessore, amore che potrebbe addirittura mettere in soggezione l'altra persona, ma da questo amore, se è manifestato con la Carità e vissuto con gioia, anche essi impareranno ad amare, a fare scelte coraggiose che rendono la vita più bella, degna di essere vissuta, custodendo nel proprio corpo quei valori irrinunciabili e fragili, preziosi e pieni di significato, come la purezza, la limpidezza degli sguardi e del cuore.
Amare una persona non è solo un fatto di sentimenti, occorre amare veramente in modo completo e responsabile, e a questo si arriva con la castità.
Se ci si sente soli in questo cammino è bene dialogare, parlare, confrontarsi con altri fratelli che hanno fatto scelte coraggiose nella vita, per essere sostenuti ed incoraggiati. Nel matrimonio tutto ha un significato se vissuto in questo sacramento, fare l'amore diventa una fusione di anime, diventa una consacrazione eucaristica, diventa addirittura fonte di grazia per gli sposi, mentre nel fidanzamento non c'è nulla di tutto questo, o meglio la fusione avviene nel desiderio appagato, ma realmente non c'è effusione di grazia né di Spirito Santo, perché i due cuori non si appartengono ancora, non sono diventati ancora Una Sola Cosa in Dio, ma sono due individui distinti, incapaci di donarsi in modo totale, per quanto essi credano diversamente.
E' come se io, che non sono sacerdote, celebrassi la Messa: il pane e il vino che consacro diventano Corpo e Sangue di Gesù?? No, rimangono pane e vino.
Alla stessa maniera il rapporto sessuale tra due persone non sposate non consacra i due in una sola carne, nè è fonte di grazia e di salvezza, come invece avviene nel sacramento del matrimonio.
Un'altra analogia con la Messa è tutta la preparazione che ci vuole prima del rapporto (tra gli sposi): infatti la Messa non inizia con la comunione eucaristica, ma con tutte quelle parti necessarie che preparano l'anima all'unione intima e compenetrante con il Signore nell'eucarestia; la stessa cosa avviene nel matrimonio, gli sposi preparano il momento dell'atto sessuale con preliminari che trovano la loro completezza e il loro apice nell'amplesso che diventa un'esperienza mistica, di grazia. Naturalmente ciò è possibile attuarlo se i due cercano la stessa cosa nel rapporto quotidiano di coppia, cioè se insieme cercano il Signore e la sua grazia, altrimenti si avranno solo bellissimi rapporti sessuali ma senza effusione d'amore dello Spirito Santo, ed è quello che accade a chi sceglie di avere rapporti senza contraccettivi, non per ricercare la grazia che si effonde da tale rapporto ma per moda o per rispettare i propri principi ecologici. Si può dire che il fidanzamento è paragonato a quel corso di preparazione per la prima comunione, cioè quando la persona non può ricevere ancora l'Eucarestia, ma si prepara con la preghiera e con l'ascolto della Parola di
Dio; ecc, nel fidanzamento i due non possono ancora "mangiarsi", cioè fare comunione dei loro corpi, ma si preparano con la castità all'incontro di grazia che si effonderà attraverso il loro amplesso nel sacramento del matrimonio.


Se si hanno rapporti col preservativo o con altri tipi di contraccettivi o con il coito interrotto, non c'è amore totale, nè responsabilità delle proprie azioni, ma solo voglia di soddisfare un desiderio, voglia di raggiungere il piacere, riducendo così il corpo dell'altra persona a strumento per il proprio piacere. La stessa cosa avviene nel matrimonio, è addirittura peccato per gli sposi avere rapporti incompleti, perché si manca di quell'amore totale richiesto, che è impegno, rinuncia a se stessi per entrare nel corpo e nella vita dell'altra, espressione di un Si‘ totale senza riserve, per la vita. Ciò non esclude il concetto di paternità e maternità responsabile, significa che i rapporti non sono solo finalizzati esclusivamente per il concepimento ma sono espressione di amore dei due sposi che, scegliendo di avere rapporti completi in un periodo non fertile per la donna, salvaguardano l'aspetto unitivo della coppia.
Questa è la castità degli sposi, che non vuol dire astinenza, ma avere rapporti casti, cioè liberi da qualsiasi tentazione di tenersi qualcosa per sé, di non donarsi pienamente all'altra persona. Occorre investire il proprio futuro di coppia in queste scelte eroiche, realizzanti, abbiamo tanti aiuti spirituali a cui affidarci, la preghiera, il digiuno, l'Eucarestìa, la confessione, per resistere nella fedeltà alle tentazioni che verranno, quando il demonio cercherà di distruggere la famiglia presentando altre donne e altri uomini, in un periodo di difficoltà della coppia.
Solo così si potrà testimoniare che la felicità e la gioia sono possibili in questa vita e che derivano da queste scelte di conversione, coraggiose e sapienti.

Molte domande e molti dubbi si affacciano nella mente di tanti, dopo queste considerazioni. Quale mai può essere la differenza morale tra un rapporto avuto in un periodo infecondo e uno avuto con l‘uso dei contraccettivi, se l‘intenzione di non procreare è presente comunque nei due casi?
Rispondo con un‘ altra domanda: come mai Dio ha voluto regolare la fecondità della donna con un ciclo mensile, naturale? Per farci essere creatori responsabili, nel Suo Amore e nella Sua Volontà, capaci di gestire con Sapienza la potenza creatrice del rapporto sessuale, e dirigerla secondo il piano di Dio.
Penso che se Dio avesse voluto finalizzare l'atto sessuale al solo concepimento non avrebbe creato un ciclo mensile di fertilità ed infertilità. I rapporti sessuali tra gli sposi sono casti e nella volontà di Dio quando l'atto sessuale non impedisce e salvaguarda due aspetti fondamentali: la procreazione, e l'unità della coppia.
I metodi naturali sono un dono di Dio, perchè gli sposi possano distanziare le nascite (per validi motivi), oppure nel caso in cui hanno già assolto l'apertura alla vita e decidano secondo retta coscienza di evitare altre nascite.

Non è la stessa cosa avere rapporti in un periodo non fertile per la donna e averli con un metodo anticoncezionale, perchè il primo modo è naturale, non si violenta la natura del corpo e della fertilità, non si impedisce la donazione di sè in modo unico, è rispettoso della natura della donna e dell'Amore puro, il secondo modo invece ostacola la donazione totale, e di conseguenza non permette l'effusione dello Spirito Santo nel rapporto, al momento dell'apice del piacere.

L'atto sessuale, per essere nella volontà di Dio, deve essere anche responsabile, nel senso che se ci sono problemi di qualsiasi genere nella coppia, problemi che impediscono la nascita di una vita, allora è preferibile tenerne conto, considerare per esempio se la donna non ha le forze per sostenere una gravidanza, o si attraversa un periodo particolare per cui si decide di non avere figli(per quel momento però), allora si può scegliere di avere rapporti in periodi non fertili, - che si possono riconoscere attraverso l'infallibile metodo Billings (ha la stessa riuscita della pillola anticoncezionale), o altri metodi naturali - , per salvaguardare l'unità della coppia e dell'amore sponsale.

Nel metodo naturale non c'è calcolo egoistico come nel contraccettivo artificiale, perchè esso prevede la conoscenza del corpo della donna, la responsabilità delle proprie azioni, si impara a dominarsi nei periodi fertili, in cui invece si impara a crescere utilizzando quelle effusioni d'amore che non arrivano all'incontro totale dell'amplesso, ma che sono fondamentali per la crescita dell'amore dei due sposi, qualora si decida di non avere figli per quel momento.

Ritengo che un credente differisca da un non credente di retta coscienza per i mezzi che usa per raggiungere i medesimi obiettivi, e questo atteggiamento si identifica in un vero e proprio principio morale che è il seguente:

- Il fine NON giustifica i mezzi -

anche se nell'uso dei metodi naturali e dei mezzi anticoncezionali artificiali il fine è lo stesso, cioè evitare il concepimento per ragioni validi, però i mezzi usati nel primo caso sono giusti, santi, rispettosi della natura, perchè educano al dominio di sé stessi, invitando all'astinenza nei periodi fecondi, e all'uso della sessualità nei periodi infecondi per salvaguardare la mutua fedeltà, l'unità e la crescita dell'amore di coppia;
invece nel secondo caso non solo non c'è mutua e totale donazione, perchè impedita dal mezzo anticoncezionale, ma c'è il rischio che si finisca per perdere il rispetto del corpo della donna senza curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, e si arrivi a considerarla come strumento di godimento egoistico, e non come la propria compagna amata e rispettata.

I metodi naturali difendono la dignità dei coniugi che attraverso tali metodi imparano ad amarsi e ad esprimere il proprio amore con responsabilità e pienezza.
Quante volte amiamo affermare di essere alla scuola dell'amore con Maria? Così il Signore vuole che impariamo l'educazione alla sessualità per comprendere e vivere appieno il grande dono dell'amore sponsale

Il tema della salvaguardia dell'unità della coppia è difficile da capire soprattutto in un mondo in cui si ha l'erronea convinzione che il rapporto sessuale, secondo la Chiesa, deve essere finalizzato solo alla procreazione.
Lo ripeto, è sbagliato pensare questo.
D'altra parte la tentazione di sorvolare su questi argomenti per non conoscere la verità e non essere responsabili delle proprie azioni è molto forte.

Non basta amare, ma occorre amare nel modo giusto.

Questa è l'essenza del cristianesimo, fare la volontà di Dio non è dire "Signore, come ti amo!", ma ascoltare e mettere in pratica la parola, per essere beati secondo la promessa di Gesù.

Penso che la Madonna ha permesso che si parlasse di questi argomenti perchè sono giunti i tempi per molti di noi di fare questo passo in più, difficile, ma importante.
Imparare ad amare come ama Gesù, in modo puro, non sporcato dalla nostra superficialità.
E' importante e realizzante prima di tutto per chi compie queste scelte, perchè l'amore di coppia farà un salto di qualità, ce ne accorgeremo subito, e si avrà la consapevolezza di una unità di coppia indissolubile, si sentirà nel cuore di essere diventati "un cuor solo e un'anima sola".

 

 

        

Maria Regina della Pace, prega per noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

^ torna all'inizio della pagina