NOSTRA
SIGNORA DELLE TRE FONTANE
Le
apparizioni della Vergine della Rivelazione
Tratto
da: "La
Vergine della Rivelazione" di Mons. Fausto Rossi
Ediz. Roma
Il
veggente
Bruno
Cornacchiola nasce a Roma il 9 maggio 1913. La sua famiglia,
povera materialmente, è addirittura squallida nei valori
spirituali. Sua madre, assillata dal lavoro fuori casa,
non può dedicarsi alla loro educazione. Suo padre, quasi
sempre ubriaco, lo picchia spesso, tanto che ad un certo
momento decide di non rincasare più la sera e passa la notte
in qualche grotta della periferia di Roma o nei locali presso
la Scala Santa.
Bruno racconta di sé:
"Viaggiavo
in ferrovia e non pagavo il biglietto perché mi nascondevo
sotto i sedili delle carrozze quando passava il bigliettaio
e se si presentava l'occasione rubavo, preoccupato soltanto
di non farmi prendere dai carabinieri...".
A
23 anni si sposa con Iolanda Lo Gatto. Non vuole però ricevere
il Sacramento del Matrimonio e solo per accontentare la
futura moglie accondiscende a celebrarlo in sacrestia.
Durante
la guerra civile in Spagna parte come volontario, attratto
dal miraggio della buona remunerazione, e vi rimane tre
anni. Fa amicizia con un soldato tedesco, protestante, che
gli instilla l'odio per la Chiesa e il Papa. Finita la guerra
di Spagna, prima di ritornare in patria entra in un'armeria
a Toledo e compra un pugnale, sul cui manico scrive: "A
morte il Papa".
Arrivato in patria, è preoccupato nella ricerca di un lavoro
e per il problema religioso che lo sconvolge. In quei giorni
stende il suo piano:
"Per
salvare l'umanità dovrò uccidere i preti in qualunque luogo,
cercherò in tutti i modi di distruggere la Chiesa cattolica
e sarà mio dovere pugnalare il Papa".
Vuole
convincere la moglie ad abbandonare la sua fede cattolica
e spesso la picchia. Un giorno la moglie, esasperata, fa
con lui uno strano patto:
"Bruno,
tu vuoi che io entri con te a far parte della Chiesa protestante...
Accetto, ma ad una condizione: ti devi confessare e ricevere
la comunione nei primi nove venerdì del mese. Se alla fine
di questa pia pratica vorrai ancora cambiare religione ti
seguirò anch'io, se no continueremo insieme nella fede del
nostro battesimo".
L'uomo
acconsente e riceve per nove volte, ogni primo venerdì del
mese, l'Eucaristia, ma non muta parere; così, fallita la
prova, la moglie passa con lui al protestantesimo.
Ma
Cristo lo attende al varco.
L'apparizione
Il 12 aprile
1947, sabato, decide di andare con i suoi figlioli al lido
di Ostia, ma giunto alla stazione ostiense, il treno era
già partito. Allora si dirige verso la località "Tre
Fontane", nello spiazzo antistante l'abbazia dei
Trappisti. Si rivolge ai bambini:
-
"Gianfranco, Carlo, Isola, voi potete giocare a palla,
ma non allontanatevi troppo".
Essi
partono immediatamente, sparendo e apparendo tra le piante
con grida festose, mentre Bruno si siede su un muretto,
ai margini del boschetto di eucalipti, per preparare uno
scritto contro la Vergine Maria. Si è portato una Bibbia
e dei fogli e subito getta su un foglio le prime battute:
"La Madonna non è Vergine, non è Immacolata, non
è Assunta in cielo...".
Frattanto
i bambini lo chiamano:
-
"Papà, abbiamo perduto la palla, vieni a cercarla con
noi!".
Egli
si alza e incontrato Carlo, il più grandicello, si dispone
con lui a ispezionare il terreno. Isola si sposta e raccoglie
fiori. Gianfranco siede in disparte per sfogliare un giornalino.
Cornacchiola racconta:
"Carlo
ed io scendemmo nella scarpata verso via Laurentina per
trovare la palla, ma non la vedemmo. Desiderando assicurarmi
che il più piccolo non si fosse allontanato dal luogo assegnatogli,
lo chiamavo per nome ed egli mi rispondeva.
Ad un certo momento, però, non lo sentii più e pur avendo
alzato la voce, non ebbi nessuna risposta. Preoccupato risalii,
mi portai verso i cespugli vicino alla grotta dove l'avevo
lasciato, ma non lo vidi. Perciò gridai ancora più forte:
-
"Gianfranco, dove sei?" - Invano.
Sempre
più preoccupato lo cercavo affannosamente tra i cespugli
e le rocce e finalmente trovai il bambino inginocchiato
all'ingresso di una grotta, a sinistra di chi la guarda.
Teneva le mani giunte come se pregasse e guardava all'interno
con viva attenzione, sorridendo e bisbigliando qualcosa.
Mi avvicinai di più e udii distintamente tali parole:
-
"Bella Signora!... Bella Signora!...".
-
"Che dici, Gianfranco, - chiesi - che
cosa fai?".
Credevo
fosse un gioco di bambini, poiché nessuno in casa aveva
insegnato a lui, non ancora battezzato, quell'atteggiamento
di preghiera.
Allora
chiamai:
-
"Isola, vieni giù, spiegami tu qualcosa!".
Mi
obbedì e...
-
"Cosa c'è là dentro? - domandai - Vedi
niente tu?"
-
"No papà" - risponde, e nello stesso
tempo anch'essa cadde in ginocchio a destra del fratellino.
I fiori le uscirono dalle mani, mentre lo sguardo era fisso
all'interno della grotta. Anche lei sottovoce bisbigliava:
-
"Bella Signora!... Bella Signora!...".
Io,
stizzito più che mai, mi chiedevo la motivazione del curioso
modo di fare dei figli che, in ginocchio, guardavano incantati
verso l'interno della grotta, ripetendo le stesse parole.
Pensai di chiamare Carlo che stava ancora cercando la palla
e...
-
"Vieni anche tu qui - pregai - e
spiegami che fanno i tuoi fratelli in quella curiosa posizione...
Forse l'avete preparato voi questo gioco?".
-
"Ma cosa dici - egli osservò - di
quale gioco parli?... Non lo conosco e non lo so fare!".
Appena
pronunciate simili parole anche lui cadde in ginocchio a
destra di Isola, con le mani giunte e gli occhi fissi ad
un punto che lo affascinava entro la grotta, ripetendo le
stesse parole:
-
"Bella Signora!...".
-
"È troppo! - gridai - Anche tu
mi prendi in giro!".
Non
ne potevo più e con i nervi a pezzi:
-
"Carlo, - imposi - via di qui".
E,
poiché non si muoveva, cercai di alzarlo, ma non ci riuscii.
Sembrava di piombo. Allora ebbi paura. Mi avvicinai trepidante
alla bambina e:
-
"Isola - la invitai - alzati e
non fare come Carlo!".
Quella
non rispose. Tentai di smuoverla ma non ci riuscii. Invaso
dal terrore, nell'osservare le pupille dilatate dei figli
estatici e il pallore dei loro volti, abbracciai il più
piccolo e:
-
"Su alzati. - dissi - È possibile
che le mie braccia siano state private di tanta energia?".
A
questo punto:
-
"Ma che cosa succede qui? - esclamai - Ci
sono forse delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?...".
Poi,
istintivamente:
-
"Chiunque tu sia, fossi anche un prete, vieni fuori!".
Entrai
nell'antro, deciso di prendere a pugni lo strano essere,
ma la grotta era vuota".
Cornacchiola
esce allora in preda alla disperazione e, piangendo convulsamente,
alza le braccia e gli occhi al cielo e grida:
-
"Dio, salvaci tu!".
"Quand'ecco
- egli dice - emessa l'invocazione, vidi improvvisamente
due candidissime mani che si muovevano verso di me e sentii
che mi sfioravano la faccia. Ebbi la sensazione che mi si
strappasse qualcosa dagli occhi. In quell'istante provai
un certo dolore e rimasi nell'oscurità più profonda...
A
questo punto io non vedevo più né la cavità né ciò che vi
stava dentro, ma fui invaso da un'insolita gioia".
In
quell'istante è rapito dalla visione di una giovanile figura
di donna, avvolta nello splendore di una luce d'oro, ferma
e dolcemente statica. Bruno la fissa con trasporto, vinto
dal fascino di tanta bellezza, attratto da quella luce che,
pur intensissima, non offende la vista ma lo inonda di soavità
sovrumana.
La donna veste una tunica bianca e luminosa, stretta ai
fianchi da una fascia rosa. Ha capelli neri, un tantino
sporgenti dal velo verde-prato che la copre dalle spalle
ai piedi.
Da sotto la vesta escono i piedi nudi e verginali, fermi
sopra un masso di tufo anch'esso circondato di luce.
Nella mano destra regge, appoggiandolo al petto, un libro
di colore grigio, su cui tiene pure l'altra mano.
Soprattutto è affascinato dal volto di quella creatura,
un volto in cui si fondono il candore innocente della puerizia,
la vaghezza e la grazia della verginità, la gravità maestosa
della sublime maternità.
Continua il veggente:
"Vidi
che la bella Signora lentamente muoveva la mano sinistra
ed indicava qualcosa ai suoi piedi. Guardai e vidi a terra
un drappo nero sostenente una croce spezzata".
Cornacchiola
pensa che quel drappo nero, simile a una veste stracciata,
e la croce spezzata, volessero alludere all'abito talare,
con ogni altro segno di distinzione, da molti religiosi
e sacerdoti ormai messo da parte.
"Il
mio primo impulso fu quello di lanciare un grido, ma la
voce mi moriva in gola".
L'Apparizione,
quasi offrendo il libro che teneva in mano, con tono ineffabilmente
dolce disse:
-
"Sono Colei che sono nella Trinità Divina".
-
"Sono la VERGINE DELLA RIVELAZIONE".
-
"Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell'ovile santo,
corte celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane
immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore, che tu facesti,
amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa prima di iniziare
la via dell'errore, ti hanno salvato!".
Intanto
un profumo misterioso e indefinibile inonda l'ambiente e
sembra coprire la sporcizia del suolo, triste strascico
di squallidi incontri.
Dopo
essersi così presentata, la celestiale Signora tiene una
prolungata allocuzione al figlio che sta per ritornare a
Dio, parte della quale è rivolta a lui stesso e a tutti
i fedeli, l'altra invece contiene un messaggio segreto per
il Santo Padre. Poi continua:
-
"Desidero darti una sicura prova della divina realtà
che stai vivendo, perché tu possa escludere ogni altra motivazione
del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale.
E questo è il segno: Quando incontrerai un sacerdote nella
chiesa o per via, avvicinalo e rivolgigli questa espressione:
"Padre, le devo parlare!". Se costui ti risponderà:
"Ave Maria, figliolo, cosa vuoi?" pregalo di fermarsi
perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che
il cuore ti dirà e obbediscilo, ti indicherà infatti un
altro sacerdote con queste parole: "Quello fa per il
tuo caso".
-
"Ti recherai poi dal Santo Padre, il supremo pastore
della cristianità e gli consegnerai personalmente il mio
messaggio. Ti condurrà dal Papa qualcuno che io ti indicherò".
-
"Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno,
ma non lasciarti deprimere...".
Poi,
con atteggiamento di materna benignità e serena mestizia,
l'incantevole Signora gira su se stessa e si allontana.
***
Nel
messaggio, la Madonna chiede con insistenza a tutti la preghiera
ed invita alla recita del Rosario:
-
"Si preghi assai e si reciti il Rosario quotidiano
per la conversione dei peccatori, degli increduli e per
l'unità dei cristiani. Le Ave Maria che voi dite con fede
e amore, sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore
di Gesù".
Ed
ecco, quasi a premio di coloro che ascolteranno il suo materno
messaggio, la Vergine promette celesti favori:
-
"Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli
per la conversione degli increduli".
Nella
sua bontà Ella vuole anche svelare il Figlio nei misteri
della sua vita intima, legata alla Augusta Trinità:
-
"Il mio corpo non poteva marcire
e non marcì. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere
al momento del mio trapasso".
***
Il
9 dicembre 1949 il Santo Padre Pio XII invitò i tranvieri
di Roma, accompagnati da padre Rotondi, a recitare con lui
il Rosario nella sua cappella privata. Lasciamone la descrizione
a Cornacchiola:
"Tra
i lavoratori c'ero anch'io; portavo con me il pugnale e
la Bibbia sulla quale stava scritto: "Questa è la morte
della Chiesa Cattolica, col Papa in testa". Volevo
consegnare al Santo Padre il pugnale e la Bibbia.
Finito il Rosario il Papa disse:
-
"Qualcuno di voi mi vuol parlare?".
Io
mi inginocchiai e dissi:
-
"Santità, sono io!".
Gli
altri lavoratori fecero largo per il passaggio del Papa;
egli si chinò verso di me, mi pose la mano sulla spalla,
avvicinò il suo volto al mio e chiese:
-
"Cosa c'è, figlio mio?".
-
"Santità, qui c'è la Bibbia protestante che interpretavo
erroneamente e con la quale ho ucciso molte anime".
Piangendo
consegnai anche il pugnale sul quale stava scritto "Morte
al Papa" e sussurrai:
-
"Chiedo perdono di aver osato solo pensare a tanto.
Avevo progettato di ucciderla con questo
pugnale!".
Il
Santo Padre prese quegli oggetti, mi guardò, sorrise e osservò:
-
"Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare
un nuovo martire alla Chiesa, ma a Cristo una vittoria dell'amore"...